‘..
amore non è amore
che muta quando scopre mutamenti,
o a separarsi è incline quando altri si
separano.
Oh no! E’ un faro irremovibile che mira
la tempesta
e mai ne viene scosso..’
Citando
una parte del sonetto 116 di Shakespeare, l’appassionata protagonista di
‘Ragione e Sentimento’ di J. Austen, Marianne Dashwood, sotto un violento
temporale saluta per sempre il suo amore Willoughby,
che, spezzandole il cuore, l’ha abbandonata miseramente rivelando la sua natura
opportunista e poco onorevole.
Nel
film di Ang Lee del 1995, questa è la scena più romantica e struggente
interpretata da una giovane ma già magistrale Kate Winslet.
Nonostante
infatti l’avvenente giovane Willoughby, esuberante e amante della poesia e
delle arti, sembri personificare l’amore romantico per la nostra eroina, in
realtà è forse uno dei personaggi austeniani peggiori fra i vari ‘cattivi’ che
si incontrano nei suoi romanzi. A poco a poco infatti si scopre che in passato Willoughby
aveva sedotto, messa incinta e abbandonato la giovane figlia adottiva del
colonnello Brandon e che in seguito, per questo motivo diseredato dalla zia,
invece di sposare per amore Marianne, preferisce ripiegare su un matrimonio di
interesse.
George Wickham di ‘Orgoglio e Pregiudizio’ non è da meno quanto ad
opportunismo, soprattutto nei confronti del suo ricco benefattore, che lo aveva
amato come un figlio e gli aveva lasciato una grossa somma di denaro alla sua
morte. Il bel Wickham infatti sperperò in breve tempo i soldi al gioco, poi cercò
di sedurre la quindicenne figlia del suo benefattore per ottenerne il patrimonio e fallito in ciò,
cercò di infamare il fratello (niente meno che Fitzwilliam Darcy!) come causa
della sua rovina finanziaria agli occhi della contesa protagonista Elizabeth
Bennet.
Mr. William Elliot di ‘Persuasione’, segue i suoi ‘fratelli’ di cui
sopra, presentandosi come un gentiluomo intelligente, affascinante e ben
educato che resta colpito dalla riservata e acuta Anne, protagonista del
romanzo austeniano da me preferito in assoluto. In realtà si rivela poi un
arrivista e freddo calcolatore che cerca di separare la giovane Mrs. Clay, che
potenzialmente con le sue grazie avrebbe potuto sposare il padre vedovo di
Anne, privandolo così dei suoi diritti ereditari comprensivi di titolo di
Baronetto. Inoltre, alla fine del romanzo si viene anche a sapere che Mr.
Elliot conviveva da un pò con la stessa avvenente e dalla dubbia moralità Mrs.
Clay.
Un
altro arrampicatore sociale è tal Mr.
Elton, vicario del villaggio dove vive Emma la nobile protagonista
dell’omonimo romanzo di Jane Austen, che cerca inutilmente di corteggiare e
quindi arrivare alla sua eredità. Emma non solo non si accorge dei tentativi di
Mr Elton, ma è talmente proiettata nel suo ruolo di combina-matrimoni che cerca
di piazzarlo con la sua giovane amica Harriet, ma senza grande successo. In
realtà l’abile penna della Austen nel romanzo ‘Emma’ fa quasi credere che il
vero cattivo del romanzo sia Frank
Churchill, che amoreggia apparentemente con la protagonista ma che in
realtà alla fine si viene a sapere che non è nient’altro che un modo per sviare i sospetti sul suo vero ma
contrastato amore, quello con Jane Fairfax. Così l’apparente estroverso
rubacuori è in realtà un uomo innamorato che fa di tutto per stare con la sua
fidanzata segreta.
Da
ricordare poi John Thorpe di ‘Northanger
Abbey, arrogante e superficiale giovanotto che cerca di catturare l’attenzione
di Catherine, l’ingenua protagonista, o l’affascinante seduttore Henry Crawford del romanzo ‘Mansfield Park’,
egocentrico e doppiogiochista che si propone alla protagonista Fanny ma per
fortuna senza successo.
Tutti
questi ‘villains’ sono davvero ben
caratterizzati dalla Austen e accomunati dal fatto che per nessuno si
intravvede la redenzione, perché zia Jane sapeva bene che certe persone non
possono cambiare la propria natura, ma sapeva altrettanto bene che un romanzo senza
questo tipo di personaggi che interferivano con la storia d’amore principale,
non sarebbe stato altrettanto dinamico ed irresistibile come quelli scritti da lei.
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