domenica 11 novembre 2012

La camera di Catherine Earnshaw, riugio dell'amore simbiotico e assoluto per Heathcliff


La prima volta che ho letto ‘Cime Tempestose’, l’indimenticabile quanto sconcertante romanzo di Emily Brontë, fra le particolarità che mi sono rimaste impresse e che hanno alimentato la mia immaginazione sui luoghi e ambienti in cui si è consumata una delle più note e tragiche storie d' amore narrate nell’800, spicca la descrizione della camera da letto di Catherine Earnshaw .
Catherine è la protagonista della passione tanto distruttiva quanto indissolubile provata e corrisposta da Heathcliff, un trovatello di ignote origini portato a casa dal padre di lei. Fin da piccoli fra i due si sviluppa un rapporto intenso, selvaggio e simbiotico che trova come luogo di innocente intimità la camera da letto di Catherine, dove spesso i due bambini si rifugiavano a dormire abbracciati.
Molti anni dopo Lockwood, un malcapitato ospite di ‘Wunthering Heights’, la residenza prima della famiglia Earnshaw poi di Heathcliff, così descrive la stanza in cui viene alloggiato (all’insaputa del proprietario) per l’unica e insonne notte in cui fu costretto a fermarsi.

“..chiusi la porta e mi guardai attorno cercando il letto. Per tutto arredamento vidi una sedia, un cassettone, e una sorta di grande armadio di quercia, con riquadri tagliati in alto simili ai finestrini di una carrozza. Avvicinatomi a quella singolare struttura, guardai dentro e vidi che si trattava di uno strano tipo di letto all’antica, concepito molto efficacemente per ovviare alla necessità che ogni membro della famiglia avesse una stanza tutta per sé. In realtà, costituiva da solo una piccola stanza; e il davanzale di una finestra, che racchiudeva, serviva da tavolino.

Per entrare dentro questa specie di armadio-letto bisognava far scorrere dei pannelli o ante. Una camera che nasconde una camera più piccola quindi, rifugio antico di un amore assoluto e primitivo, fatto di legno intarsiato pesante su cui sono stati incisi a mano dagli stessi innamorati i loro nomi, quasi ad indicarne l’esclusiva proprietà.
E così infatti è: Lockwood, l’intruso, non fa in tempo a coricarsi che viene subito svegliato e terrorizzato dal fantasma di Catherine che gli chiede di entrare dalla finestra e a cui lui immagina anche di toccare le mani gelide. Heathcliff, richiamato dall’urlo dell’ospite in quel luogo sacro per lui e maledetto per gli altri, dopo aver ascoltato cosa era accaduto, scaccia via Lockwood e rimane prima seduto nel letto amato, scosso da una forte emozione e poi, spalancando la finestra, urla fra le lacrime allo spirito della sua amata di entrare e tornare a lui.

La stessa stanza-armadio è anche il luogo dove Heathcliff si rifugia negli ultimi giorni della sua tormentata vita, quando pervaso da quello che lui stesso definisce un ‘cambiamento’, digiuno da giorni e spossato dal dolore e dalle allucinazioni che il suo inconsolabile amore gli infligge, in uno stato di quasi ultraterrena beatitudine trapassa e si ricongiunge alla sua amata. Steso sul letto e con la mano verso la finestra, così viene trovato dalla domestica Nelly, con gli occhi aperti e uno strano sorriso quasi a farsi beffe della morte.

Il film che in assoluto ha riprodotto più fedelmente la stanza e che fa capire il mistero e la magia di questo luogo è ‘Wunthering Heights’ del 1992, con interpreti Ralph Fiennes e Juliette Binoche (nel video qui sotto, dettagli vibili nei sec. 45 e 46). Emozionante la scena di Heathcliff che si avvicina e prende la mano del fantasma di bambina di Catherine davanti ai pannelli della camera-armadio da cui filtra una luce  sovrannaturale.


Mi piace pensare che questo strano posto, che a fatica all’inizio ho focalizzato nella mia mente proprio per la sua particolarità, sia stato davvero il luogo eletto dove si è consolidato l’amore dei due protagonisti e dove finalmente hanno avuto la possibilità di ricongiungersi, dopo la separazione fisica dovuta alla prematura morte di lei. Catherine è andata a prendere il suo Heathcliff in questa camera, nel momento in cui lui, terminato il suo ciclo di vendetta per sanare tutti i torti subiti, è stato pronto ad accoglierla e a sublimarsi definitivamente con la sua anima.
Si perché questo amore non parla della complementarietà degli amanti, ma della loro completa identificazione dell’una nell’altro: ‘…io sono Heathcliff..’ dice Catherine,  ‘..non posso vivere senza la mia anima..’ dice Heathcliff riferendosi a lei. In quel luogo eletto dunque le due anime si uniscono indissolubili e trovano finalmente pace.

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