lunedì 2 dicembre 2013

‘Romanzo rosa’ di Stefania Bertola, il genere Melody e i corsi di formazione




E’ da quasi un mese che non riesco a scrivere una riga nel mio blog, un mese intenso per le decisioni prese e le conseguenze da gestire in ambito professionale, che non mi hanno dato tregua nelle ultime settimane, sia a livello emotivo che pratico: ho lasciato il lavoro dopo 13 anni nello stesso posto e ora sto valutando cosa
voglio fare da qui in avanti. Tempismo perfetto, direbbe qualcuno visto il momento, e il bello è che non sto cercando di fare una cosa simile da qualche altra parte, ma sto valutando cosa davvero voglio fare per non ricadere nel loop senza via d’uscita di prima. Ma sono ottimista nonostante tutto e convinta che qualcosa di buono salterà fuori! Quindi, adesso che è Dicembre, mese di festa e di messa a punto dei buoni propositi per l’anno nuovo (questo per me più che mai) voglio riprendere ad alimentare queste ‘pagine’ con la giusta frequenza (ecco il primo proposito!). Come sa chi mi segue da un pò, quando vado sotto stress e il poco tempo si riduce al massimo per film, letture e riflessioni e ho quindi bisogno a tutti i costi di una lettura che mi aiuti a traguardare il momento, applico la tecnica della ‘scelta a pancia’ di cui ho già accennato in quest'altro post. La copertina della scelta fatta la settimana scorsa anche questa volta buttava sul rosa, con tocchi però di bordeaux, le pagine andavano un po’ oltre le 150, questo ne ha 200 tonde ma va bene lo stesso, e il titolo era perfetto: ‘Romanzo rosa’. Stefania Bertola è l’autrice, una scrittrice torinese di cui non avevo mai sentito parlare e di cui non avevo ancora letto nulla, ma devo dire che con questo romanzo (del 2012 Ed. Einaudi) mi ha davvero risollevato non solo l’umore ma fatto passare momenti piacevoli e divertenti che consiglio a chiunque abbi bisogno di un non banale sollievo. Il titolo sa tanto di ‘Harmony’ ed infatti parla di questo genere ma senza esserlo, o meglio si’ in parte lo è ma come caricatura che alla fine volge ad altro. La scelta della trama è geniale e davvero simpatica, poichè senza uscire dalla routinaria e scialba quotidianità della protagonista, ne descrive una settimana sola di vita particolarissima che apre una parentesi ricca di  aneddoti, personaggi e colpi di scena inaspettati. Entrando nel vivo del romanzo – quindi da qui attenzione spoiler – l’autrice racconta di Olimpia una bibliotecaria di 58 anni, che vive sola con due gatti a farle compagnia, in una minuscola casetta con mini giardino, tirando avanti modestamente per far quadrare i conti e che ha come unici svaghi le visite delle nipoti ormai grandicelle e nel pieno dei conflitti amorosi e, di
domenica, le visite della vicina di casa per qualche partita a canasta. Niente di più ordinario senonché Olimpia decide di iscriversi ad un corso di formazione della durata di 8 giorni presso il Circolo dei Lettori che insegna a scrivere un romanzo in soli 8 giorni appunto! Il genere è quello definito dei ‘Melody’, per me da sempre ‘Harmony’, le cui collane infinite da sempre fanno sognare un tipo di pubblico femminile che vuole storie semplici, non d’autore, dove lui è l’uomo dei sogni, lei l’eroina che vince sempre e con la degna conclusione di un bel matrimonio  perfetto a coronamento del tutto. La cosa geniale di questo libro è che a chi legge sembra di frequentare davvero il corso, perché si trova descritte le dispense distribuite da un’eccentrica docente/famosa autrice di Melody, dove viene spiegato come si deve scegliere il genere (l’hot fire, il melody poliziesco, il melody history o l’ECS  alias ‘esperienze e creature sovrannaturali’, etc), il tipo di situazione base (tre in tutto), il nome dei protagonisti, piuttosto che le ambientazioni o i personaggi di contorno. Ogni capitolo quindi si apre con la dispensa con le istruzioni generali ma anche particolari di come si deve procedere capitolo dopo capitolo del libro da creare, fino alla conclusione assolutamente necessaria per il genere, della dichiarazione d’amore con richiesta della mano da parte di lui. Ma la cosa ancora più divertente è che in questo romanzo vengono riportati gli sforzi letterari di Olimpia, i diversi capitoli scritti ogni sera per l’indomani,  con i commenti e le sonore bacchettate che la tremenda Forneris (la docente tutta tacchetti, braccialetti e golf di angora rosa) rivolge a lei e agli altri partecipanti al corso. In più Olimpia, oltre che essere attiva nella sua impresa di diventare scrittrice, è anche spettatrice delle storie che nascono fra gli allievi del corso e in qualche caso anche confidente e dispensatrice di saggi consigli. Non descrivo la conclusione perché davvero ne consiglio la lettura, che
in due giorni al massimo è completabile senza problemi. Voglio però sottolineare come sia stata brava questa autrice a lavorare su diversi metapiani senza creare confusione e descrizioni inutili ma cogliendo con grande ironia sia l’essenza del genere Melody, spesso disprezzato eppure sempre attualissimo, e della quotidianità semplice e fatta di sacrifici delle persone comuni, che dedicandosi una parentesi per sé (il corso in questo caso) riescono a scoprire nuove opportunità o a fare nuove conoscenze che cambieranno le loro vite. A questo punto, penso che comincerò a cercarmi un bel corso di formazione e magari come Olimpia scoprirò un talento inespresso che mi farà chiarezza sul cosa voglio fare davvero da qui in avanti, chissà..

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