Charles
Dickens è uno degli autori inglesi più noti e importanti del
periodo vittoriano e, anche se non è fra i miei preferiti, di sicuro
non mi lascia indifferente. Non lo conosco bene e a dirla tutta ho
visto più film o serie TV dei suoi romanzi (fra cui i tristissimi
David Copperfield, Oliver Twist etc...), piuttosto che averne letti,
se non brevi spezzoni.
Ho letto invece diversi suoi racconti e mi
sono fatta un'idea sia sul suo genere sia su come le esperienze,
miserie e difficoltà vissute in gioventù, lo abbiano così
fortemente segnato da riflettersi nell'onnipresente taglio noir e nel crudo realismo presente in
tutte le sue opere. Detto ciò, di recente ho avuto modo di rivedere
in un caso e vedere per la prima volta nell'altro, due film tratti da
quello che è uno dei suoi romanzi più noti e particolari, 'Great
Expectations' scritto e pubblicato nel 1860-61, sul quale sono stati
prodotti oltre 250 adattamenti fra cinema, TV e teatro. Le due
versioni cinematografiche che sto citando sono quelle di Mike Newell
del 2012, molto fedele all'originale, e quella in chiave moderna di Alfonso Cuaròn del 1998, nota in italiano come 'Paradiso
perduto'. Li ho visti in sequenza e mi piaceva l'idea di metterne a
confronto alcuni aspetti nonostante le diverse scelte temporali dei
registi.
Per capire di cosa sto parlando, il romanzo (e quindi i
film) racconta della formazione di un ragazzo dall'età di 7 anni
circa fino all'età adulta che da orfano e di umili condizioni
diventa gentiluomo contro ogni aspettativa. L'incontro casuale e
drammatico con un evaso e le attenzioni di una vecchia zitella
benestante, uscita di testa dopo essere stata abbandonata decenni
prima sull'altare e la compagnia della bellissima figlia adottiva di
quest'ultima di nome Estella; un misterioso benefattore infine che
paga la sua 'trasformazione' in gentiluomo donandogli la possibilità
di vivere nell'alta società londinese, sono tutti fatti che
determineranno l'ascesa e poi il declino di queste 'grandi speranze'
del giovane protagonista, che verranno disilluse dalla cruda realtà
e dal fatto che la vera crescita intellettuale ed anche economica di
una persona di origini umili può avvenire solo con il duro lavoro e
l'impegno e non per fortuita casualità. Tornando ai film, e premesso
che la trama è molto simile all'originale in entrambi i casi,
osservando la scelta degli attori si nota che: l'evaso di nome Abel
Magwitch, che poi riesce a far la fortuna che evolverà a favore del
giovane protagonista, è interpretato nel film di Newell da Ralph
Fiennes e in quello di Cuaròn da Robert De Niro.
Penso che i nomi
parlino da soli e se Ralph Fiennes ci si mette un po' a riconoscerlo
ma risulta come sempre a tratti glaciale e a tratti malinconico e
drammatico come solo lui sa fare, De Niro trasuda dallo sguardo tutta
la pericolosità dell'assassino e la scaltrezza che fino alla fine
del film lo renderanno credibilissimo come mafioso in fuga.
Straordinari entrambi. Quanto a Miss Havisham/Dinsmoor, la vecchia
ricca e un po' matta che per vendetta a quanto subito cresce Estella
facendole negare ogni sentimento, per usarla come strumento di
tortura verso il genere maschile, è interpretata da Elena Bonham
Carter nella versione ottocentesca e da Ann Bancroft in quella
moderna. La Bonham Carter è in una delle sue versioni
'fantasmatiche-depressoidi' molto burtoniane, con la particolarità
che qui ha un lacero e grigiastro abito da sposa che si intona al
colore dei capelli, della pelle e dei denti. La Bancroft invece è in
una versione più ballerina (la si vede più volte muoversi sulle
note di 'Besame mucho') ed è truccata come Bette Davies in 'Che fine
ha fatto baby Jane?'..piuttosto inquietante. Circa il protagonista
nella fase adulta, di nome Pip nella versione dickensiana originale,
trasformato in Finn in quella moderna, è interpretato da Jeremy
Irvine poco noto ma promettente attore nella versione di Newell e da
Ethan Hawke in quella di Cuaròn.
Hawke, famoso e molto gettonato fin
da giovanissima età, ha la capacità di interpretare nello stesso
film (e qui non è da meno) scene tanto insipide e poco convincenti
quanto intense ed emotivamente potenti. Infine Estella, la sensuale e
irraggiungibile bambina prima, e donna poi, tanto fredda e
calcolatrice da usare Pip/Finn come 'palestra' per fare innamorare
perdutamente gli uomini, è interpretata da adulta da Holliday
Grainger (già vista in 'Bel Ami ' con Pattinson e 'Anna Kerenina' di
Wright) e dalla freddina e arcinota Gwineth Paltrow. La prima è
davvero bellissima e secondo me molto adatta al ruolo, la seconda
sfrutta il fascino della sua notorietà, ma come femme
fatale a
mio avviso in qualche passaggio è poco convincente. Interessanti
gli adattamenti nella contestualizzazione moderna a partire dalle
attività lavorative dei vari personaggi: da fabbro a pescatore per
Joe l'amico/padre
di Pip/Finn rozzo ma amorevole; da gentiluomo ad
artista di successo per la versione adulta del protagonista Pip/Finn;
da donna di casa violenta e frustrata a prostituta per far quadrare i
conti per la sorella di Pip/Finn e così via. Ben riuscito il cambio
di location
a mio avviso, che dalla piovosa Inghilterra passa alla Florida calda
e balneare dei giorni nostri e da una Londra esclusiva passa a una
New York frenetica e modaiola. Infine un particolare: 'Paradiso
perduto', il titolo del film di Cuaròn e il nome della villa
fatiscente dove risiede la versione moderna di Miss Havisham, cita il
poema di Milton simbolo della caduta dell'uomo a seguito della
cacciata di Adamo e Eva dal Paradiso Terreste, nonché del fallimento
di Satana che aveva osato sfidare Dio da cui poi sarà miseramente
sconfitto. Concludo dicendo che, pur avendo visto anche la miniserie
della IMDb del 1999 di 'Great Expectations' che mi ha annoiata
parecchio fatta eccezione per la bravura e adeguatezza nel ruolo di
Charlotte Rampling/Miss Havisham, e pur non avendo ancora visto
quella della BBC del 2012 con Gillian Anderson (X-Files), che mi
incuriosisce non poco, le due versioni cinematografiche mi sono
piaciute davvero molto, soprattutto vedendole in sequenza, cosa che
consiglio vivamente. Adesso non mi resta che leggere il romanzo..
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