venerdì 10 gennaio 2014

'Great Expectations' di Dickens secondo Newell e Cuaròn

Charles Dickens è uno degli autori inglesi più noti e importanti del periodo vittoriano e, anche se non è fra i miei preferiti, di sicuro non mi lascia indifferente. Non lo conosco bene e a dirla tutta ho visto più film o serie TV dei suoi romanzi (fra cui i tristissimi David Copperfield, Oliver Twist etc...), piuttosto che averne letti, se non brevi spezzoni.
Ho letto invece diversi suoi racconti e mi sono fatta un'idea sia sul suo genere sia su come le esperienze, miserie e difficoltà vissute in gioventù, lo abbiano così fortemente segnato da riflettersi nell'onnipresente taglio noir e nel crudo realismo presente in tutte le sue opere. Detto ciò, di recente ho avuto modo di rivedere in un caso e vedere per la prima volta nell'altro, due film tratti da quello che è uno dei suoi romanzi più noti e particolari, 'Great Expectations' scritto e pubblicato nel 1860-61, sul quale sono stati prodotti oltre 250 adattamenti fra cinema, TV e teatro. Le due versioni cinematografiche che sto citando sono quelle di Mike Newell del 2012, molto fedele all'originale, e quella in chiave moderna di Alfonso Cuaròn del 1998, nota in italiano come 'Paradiso perduto'. Li ho visti in sequenza e mi piaceva l'idea di metterne a confronto alcuni aspetti nonostante le diverse scelte temporali dei registi.

Per capire di cosa sto parlando, il romanzo (e quindi i film) racconta della formazione di un ragazzo dall'età di 7 anni circa fino all'età adulta che da orfano e di umili condizioni diventa gentiluomo contro ogni aspettativa. L'incontro casuale e drammatico con un evaso e le attenzioni di una vecchia zitella benestante, uscita di testa dopo essere stata abbandonata decenni prima sull'altare e la compagnia della bellissima figlia adottiva di quest'ultima di nome Estella; un misterioso benefattore infine che paga la sua 'trasformazione' in gentiluomo donandogli la possibilità di vivere nell'alta società londinese, sono tutti fatti che determineranno l'ascesa e poi il declino di queste 'grandi speranze' del giovane protagonista, che verranno disilluse dalla cruda realtà e dal fatto che la vera crescita intellettuale ed anche economica di una persona di origini umili può avvenire solo con il duro lavoro e l'impegno e non per fortuita casualità. Tornando ai film, e premesso che la trama è molto simile all'originale in entrambi i casi, osservando la scelta degli attori si nota che: l'evaso di nome Abel Magwitch, che poi riesce a far la fortuna che evolverà a favore del giovane protagonista, è interpretato nel film di Newell da Ralph Fiennes e in quello di Cuaròn da Robert De Niro.
Penso che i nomi parlino da soli e se Ralph Fiennes ci si mette un po' a riconoscerlo ma risulta come sempre a tratti glaciale e a tratti malinconico e drammatico come solo lui sa fare, De Niro trasuda dallo sguardo tutta la pericolosità dell'assassino e la scaltrezza che fino alla fine del film lo renderanno credibilissimo come mafioso in fuga. Straordinari entrambi. Quanto a Miss Havisham/Dinsmoor, la vecchia ricca e un po' matta che per vendetta a quanto subito cresce Estella facendole negare ogni sentimento, per usarla come strumento di tortura verso il genere maschile, è interpretata da Elena Bonham Carter nella versione ottocentesca e da Ann Bancroft in quella moderna. La Bonham Carter è in una delle sue versioni 'fantasmatiche-depressoidi' molto burtoniane, con la particolarità che qui ha un lacero e grigiastro abito da sposa che si intona al colore dei capelli, della pelle e dei denti. La Bancroft invece è in una versione più ballerina (la si vede più volte muoversi sulle note di 'Besame mucho') ed è truccata come Bette Davies in 'Che fine ha fatto baby Jane?'..piuttosto inquietante. Circa il protagonista nella fase adulta, di nome Pip nella versione dickensiana originale, trasformato in Finn in quella moderna, è interpretato da Jeremy Irvine poco noto ma promettente attore nella versione di Newell e da Ethan Hawke in quella di Cuaròn.
Hawke, famoso e molto gettonato fin da giovanissima età, ha la capacità di interpretare nello stesso film (e qui non è da meno) scene tanto insipide e poco convincenti quanto intense ed emotivamente potenti. Infine Estella, la sensuale e irraggiungibile bambina prima, e donna poi, tanto fredda e calcolatrice da usare Pip/Finn come 'palestra' per fare innamorare perdutamente gli uomini, è interpretata da adulta da Holliday Grainger (già vista in 'Bel Ami ' con Pattinson e 'Anna Kerenina' di Wright) e dalla freddina e arcinota Gwineth Paltrow. La prima è davvero bellissima e secondo me molto adatta al ruolo, la seconda sfrutta il fascino della sua notorietà, ma come femme fatale a mio avviso in qualche passaggio è poco convincente. Interessanti gli adattamenti nella contestualizzazione moderna a partire dalle attività lavorative dei vari personaggi: da fabbro a pescatore per Joe l'amico/padre
di Pip/Finn rozzo ma amorevole; da gentiluomo ad artista di successo per la versione adulta del protagonista Pip/Finn; da donna di casa violenta e frustrata a prostituta per far quadrare i conti per la sorella di Pip/Finn e così via. Ben riuscito il cambio di location a mio avviso, che dalla piovosa Inghilterra passa alla Florida calda e balneare dei giorni nostri e da una Londra esclusiva passa a una New York frenetica e modaiola. Infine un particolare: 'Paradiso perduto', il titolo del film di Cuaròn e il nome della villa fatiscente dove risiede la versione moderna di Miss Havisham, cita il poema di Milton simbolo della caduta dell'uomo a seguito della cacciata di Adamo e Eva dal Paradiso Terreste, nonché del fallimento di Satana che aveva osato sfidare Dio da cui poi sarà miseramente sconfitto. Concludo dicendo che, pur avendo visto anche la miniserie della IMDb del 1999 di 'Great Expectations' che mi ha annoiata parecchio fatta eccezione per la bravura e adeguatezza nel ruolo di Charlotte Rampling/Miss Havisham, e pur non avendo ancora visto quella della BBC del 2012 con Gillian Anderson (X-Files), che mi incuriosisce non poco, le due versioni cinematografiche mi sono piaciute davvero molto, soprattutto vedendole in sequenza, cosa che consiglio vivamente. Adesso non mi resta che leggere il romanzo..

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